Aveva un nome particolare Silly ed un cognome ancor più strano che iniziava con la X.
Frequentava un istituto professionale per il turismo ed era la compagna di classe di un'altra studentessa che faceva un breve tirocinio nell'agenzia dove lavoravo.
Delicati lineamenti quasi nordici. Capelli tagliati alla maschietta biondo camomilla. Un corpicino perfetto. Un sorriso che risvegliava i raggi di sole anche in una giornata piena di quel particolare smog romano che trovi solo al centro di Roma.
Dalla grande finestra al primo piano riuscivo a vedere i resti romani di Largo Argentina e a pranzo passeggiavo tra il Pantheon e Piazza di Pietra per allungarmi al Corso e magari a Fontana di Trevi.
Le malinconiche note di un Ivan Graziani che mi risvegliava la dolcezza, mi inseguivano sin dalla prima mattina, dalla cassetta che infilavo nell'autoradio della mia BMW 1602 color vinaccia fino a destinazione: Corso Vittorio Emanuele II.
Non c'era la ZTL. Dovevi trovare solo il parcheggio magari a Piazza del Gesù dove stazionava sempre un cellulare della PS a guardia della DC.
Era autunno inoltrato e l'ufficio era desolatamente vuoto. L'IBM muta, il telex che ogni tanto riceveva comunicazioni provenienti da chissà dove, il telefono a due linee posato sopra alla scrivania piena di fogli e cartelline d'ogni tipo.
Poi arrivò lei. I jeans cuciti addosso, disegnavano il suo corpo ben proporzionato che avrebbe risvegliato la virilità di ogni uomo.
Ma ciò che colpiva era il suo sguardo e quella luce inconfondibile che lo caratterizzava.
Labbra perfette e tanta voglia di trasgredire.
Silly si fece stringere con passione ricambiandola generosamente.
Mani che frugano clandestine. Odore di Patchouli e sigaretta.
Il pavimento di linoleum celeste al posto di un inesistente talamo pronto ad ospitare i desideri di due individui oramai smarriti nel desiderio...
Oblio


