Tuttoconcorsi affligge la mia vista ore, seguito da un posacenere, da un libro di tedesco, una tovaglia color corda fantasia, un altro posacenere, alcune caramelle ed alcuni depliant turistici di Monaco di Baviera. Come sottofondo ascolto un disco di Guccini. Oggi ho vissuto solo, come sempre. Accanto a me, sterili, c'erano Carlo ed Enrico. Le nostre solite discussioni dopo un film mi hanno stufato. Le stesse cose mi tornano alla mente. Le ascolto di nuovo. Non so perchè ma mi ricordo, ora, di quella telefonata di cinque ore che feci con Marina, tempo fa. Cinque ore di cose, fatti, ricordi, analisi, sensazioni, speranze. Cinque ore di ascolto, di partecipazione, d'euforia. Poi, il nulla, il vuoto, una gatta...forse. Vedo, parlo, ascolto, percepisco ma a cosa serve? Per rientrare nella logicità irrazionale del potere del sistema?
Anche questa giornata sta finendo. Mi chiedo cosa oggi io abbia fatto. Non trovo la risposta sperata. Certo che ne ho fatte di cose, oggi...ma, forse, non sono state quelle volute. Progetti, ambizioni, desideri che si confondono con la realtà ma, se pure l'attraversano, non la toccano. Mi ritrovo sempre qui, seduto davanti ad una macchina da scrivere, come ieri.
Tra poco tornerò nella mia casa. Sempre uguale la vita, passata tra una monotona realtà creativa e bloccata da una serie negativa di elucubrazioni personali. Come scusante non posso neppure basarmi sul fatto che conosca molta gente. No. Sono bloccato. Non riesco più a distaccarmi dal giro dei vecchi amici: tre o quattro. Gli altri non importano granché. Non riesco più a trovare quella fittizia espressività creativa e comunicativa, non so il perchè. Il tempo a mia disposizione è limitato: ancora quindici minuti forse prima di lasciare vagare i miei pensieri senza un filo logico conduttore. Il pacchetto di sigarette è sul tavolo vicino l'accendino...una lampada illumina i miei sguardi, le mie azioni. Il caldo di questa stanza mi opprime. Che vita.
Situazioni che si ripetono a distanza di tempo, uguali, simmetricamente rendono reversibile il detto che l'esperienza cambia la vita. L'unica vincitrice è la nostalgia: nostalgia di una musica, di certe situazioni. Nostalgia è abitudine. Situazioni senza ruoli precisi, ma con molti progetti -al limite metafisici- molte speranze, molte illusioni. Molte volte l'uomo individua -crede- nell'illusione una poliedrica annessione sessuale, anche se nella maggioranza dei casi è vero, ma come si fa ad essere sicuri di questo? Pensieri monotoni, no?!

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