martedì 13 novembre 2018

C’era una volta,
tanto tempo fa quando nel cielo si vedevano le stelle ed i colori erano brillanti, una isola sperduta tra le nebbie che era diventata la base per una moltitudine di persone che, seguendo una magia, si erano ritrovate a sentire le onde del mare infrangersi sugli scogli.
Era un tempo felice, fatto di curiosità e confronti, dove ognuno aveva rispetto per gli altri e dove tutti si scambiavano emozioni –spesso comuni- meravigliandosi di aver trovato un approdo sicuro dove poter rimanere a contemplare il firmamento.
Come in tutte le favole però, le ombre nere erano in agguato gelose del fatto che la luce serena che emanava  questa isola, potesse rispendere così genuinamente.
Allora le ombre iniettarono un virus che in modo anonimo, iniziò a contagiare la comunità senza che questa ne fosse partecipe.
Nacquero i protagonismi, i clan, le gelosie, le invidie, le antipatie. Tutto quanto di becero poteva esserci nell’animo umano, si sparse a cerchio contagiando –chi più e chi meno- i felici abitanti di quel posto meraviglioso.
L’isola felice non era più tale. Le divisioni avevano preso il sopravvento sulla genuinità della prima ora e si confrontavano ferocemente solo come può avvenire dentro una arena.
Subentrò la smania del potere e della menzogna che contagiò ogni cosa, lasciando interdetti ed istupiditi coloro che erano restati, per loro fortuna, minimamente toccati dal contagio.
La saldezza del gruppo venne meno fino al punto di sfaldarsi quasi completamente.
Vennero creati villaggi, ognuno dei quali aveva una sua caratteristica che lo distingueva da tutti gli altri. Vennero nominati capi e vice capi, guardiani e  servitù.
Ma era regola precisa, a quel punto, andare a vivere in uno di questi villaggi pena l’emarginazione dal gruppo e, forse, dall’isola.
L’isola venne a sottostare anche a colui che ne era il padrone e che, fino a quel momento, non si era occupato di quelli che nel frattempo l’avevano abitata. Fissò delle regole e disse a tutti i capi che si doveva parlare tutti la stessa lingua e che non sarebbero state ammesse deroghe.
La, dove fino a quel tempo, c’era stata l’abitudine di potersi esprimere liberamente, all’improvviso questo diritto veniva cancellato e venivano cancellate tutte le memorie storiche che avevano prodotto fino a quel tempo gli abitanti.
Si apriva un nuovo capitolo. Si fissavano dei paletti. Si escludeva la possibilità di sognare ma anche di restare ancorati a quel tempo in cui ci si trovò, per caso, a vivere nella stessa casa.
Gli abitanti  videro molti prendere la strada del mare con il solo scopo di fuggire da un posto che non era più quello che si pensava che fosse e che dovesse essere e, coloro che rimasero, si presero la briga di tollerare il nuovo corso: tutto, purchè  fosse loro concesso di restare e di litigare tra clan rivali che era divenuta, nel frattempo, l’unica cosa che li univa.
Si erano smarriti i concetti genuini e sinceri. Si era smarrito il motivo per il quale ci si era ritrovati su quel lembo di terra. Tutto procedeva secondo canoni precostruiti dove il solo valore era quello di continuare a confrontarsi.
Sull’isola si costruirono centri di bellezza ed altre cose che occorrevano per continuare a motivare la permanenza su di un luogo che, ormai, mostrava evidenti segni di cedimento e noia.
Queste persone non si rendevano conto che, senza ricordare il significato del ‘perché’, si era smessi di avere un denominatore comune.
Erano persone sole che cercavo di imprimere alla propria solitudine, un moto di compagnia attraverso anche il litigio ed il confronto.
Ma dell’isola spensierata non v’era restata traccia. Ora appariva come una caotica metropoli dove non esistevano più i valori di un tempo e dove la gente fuggiva da qualsiasi contatto umano. Dove la fretta e la concitazione avevano la meglio sulla contemplazione e dove, bisognava necessariamente entrare in conflitto con qualcuno per essere notato.
L’isola, così lontana da tutto, sembrò avvicinarsi sempre di più a quel continente che i naufraghi di un tempo avevano abbandonato per seguire una stella. Quella stella che si stava sempre di più allontanando da loro per seguire il suo cammino che la stava portando fuori dalla loro vista e dalla loro filosofia di vita.
Ma si sa, questa è solo una favola e  nulla più.

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