Lo so che mi aggrappo come un rampicante che cerca la sua esistenza contro un muro sbrecciato ed umido, ma è quello che riesco a fare adesso mentre una melodia di un tango triste mi rapisce la mente e la trasporta al quartiere Palermo di Buenos Aires, tra misere case color stinto che hanno visto speranze e sogni tricolori morire di fronte alla povertà di un onesto e sfruttato lavoro da emigrante.
L’odore di una zuppa indefinibile esce da una finestra del primo piano mentre cerco di capire se sono felice o no e senza sapere che scuoto la testa mentre mi formulo questa domanda.
Poi lo scenario si trasforma lasciando tanghi e sensualità, appendersi da soli fuori dalla finestra e vagheggio su lidi sconosciuti dove tutto sembra essere un sogno.
Cazzo di trip triste.

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